L’evento che negli anni si è trasformato in un fenomeno tentacolare dalle logiche poco chiare e dal significato indecifrabile.

1. Cortile d’Onore università Statale di Milano

Come ogni anno L2 architecture + interior design si è regalata una giornata off-work di aggiornamento culturale per far parte di quel flusso energetico e stravagante composto dalla miriade di turisti, professionisti, curiosi e appassionati del design che pervade Milano durante la settimana del Salone del Mobile. A differenza degli anni precedenti abbiamo deciso, spinti anche dai prezzi folli per poter entrare in fiera, di optare per il Fuori Salone.

Appuntamento alle 9:30 a Varedo davanti a villa Borsani per scoprire gli ultimi luoghi scelti da Alcova (una garanzia negli ultimi anni) e rendersi conto che i cancelli erano chiusi fino alle 11:30. Senza perdere tempo, ma con un po’ di rimpianto, ci siamo avviati verso Milano con destinazione il cortile dell’Università Statale.

Il contrasto tra le grandi e scenografiche installazioni e la delicata struttura quattrocentesca voluto da Francesco Visconti e disegnata dal Filarete ha sempre un grande impatto visivo sul visitatore. Sembra di entrare in una sorta di Luna park di lusso e, come un bambino, ti metti in coda emozionato per provare l’esperienza delle “giostre”.

2. MAD Architects per Amazon.

Dovessi dare un titolo a quanto visto sarebbe forse “la poesia dei materiali” in quanto designers e importanti studi di architettura come: MAD Architects, Mario Cucinella Architects, Wu Bin-W.DESIGN, Kengo Kuma and Associates, Patricia Urquiola e molti altri, hanno esibito strutture poetiche utilizzando in maniera creativa materiali più o meno innovativi.  È il caso di “The Amazing Walk” di MAD Architects per Amazon che nel Cortile della Farmacia ha realizzato un allestimento site specific altamente scenografico utilizzando elementi naturali (acqua e vapore) nei quali si specchiano gli affascinanti portici con volte a vela e dai quali emerge una struttura sfaccettata in vetro che accoglie elettrodomestici e prodotti di arredo disponibili su Amazon.

3. Cucinella per Roca. Un’opera d’arte che fa riflettere sul dispendio di energia nella cattura della terracotta.

Cucinella per Roca allestisce Sparking Change una sorta di opera d’arte realizzata con mattoni stampati in 3d e cotti dal primo forno a tunnel elettrico costruito al mondo. Un messaggio di eco sostenibilità reso visibile dalla differenza di colorazione data dalle diverse temperature con cui sono stati cotti i mattoni.

Nel centro del Cortile d’Onore ondeggiano nel vento centinaia di bianchissimi fogli di carta della Dupont appesi a strutture di ferro disposte da Wu Bin-W.DESIGN in modo tale da creare un labirinto al centro del quale vi è uno specchio d’acqua. Il bianco della carta contrasta con il blu brillante del cielo e l’attraversamento della “casa di carta” tra il fruscio degli strati e gli affascinanti giochi d’ombra fa riflettere sulle straordinarie proprietà dell’antichissimo materiale inventato da dal cinese Tsai Lun nel 105 a.C.

4. Wu Bin costruisce un’architettura utilizzando fogli di carta della Dupont

Kengo Kuma opta per un’installazione artistica chiamata Stone Grove (piccolo bosco di pietra) realizzata “piantando” a terra, con i principi dell’ikebana, listelli in marmi e quarzi recuperati di Quarella. Nulla di originale nel mondo dei materiali compositi, ma l’effetto è sicuramente scenografico. Più interessante e poetica ho trovato l’installazione di Ludovica Diligu (Labo.Art) e Fantastique Plastique dove un albero viene avvolto da un particolare telo bianco in materiale Milkat, composto dal 25,0% di PA e il 75,0% di PU, gonfiato d’aria per creare una bolla fiabesca penetrata da una bellissima luce interrotta solamente dai fantastici giochi d’ombra mossi dalle fronde dell’albero. Luce, aria, natura e le fiabe di Rodari lette da Pablo Trincia e diffuse all’interno della sfera pneumatica stimolano i nostri sensi creando una piacevole atmosfera onirica.

5. Kengo Kuma Stone Grove

Nuovi materiali vengono sperimentati anche dall’Urquiola per EL PARON. Si tratta di CIMENTO® – materiale unico, brevettato, ottenuto da componenti naturali che impiega per oltre il 90% aggregati minerali mescolati a un legante cementizio – utilizzato dalla designer per creare un totem dalle discutibili qualità estetiche e dall’indecifrabile messaggio simbolico. Peccato poiché dalla Patricia, della quale apprezzo molto la sua produzione, mi sarei aspettato qualcosa di più accattivante.

6. Ludovica Diligu (Labo.Art) e Fantastique Plastique

7. Particolare del totem dell’Urquiola per EL PARON realizzata in CIMENTO®

Molte altre installazioni, seppur altamente instagrammabili, non hanno incontrato il mio gusto per via della banalità del messaggio (Bertolotto di Marco Nereo Rotelli), della scarsa resa dell’allestimento (Tom Dixon per Vitra), della poca considerazione alle tematiche ambientali (Vivian Coser – Apex Brasil). Del resto è normale che in un luna park, seppur di lusso, via siano giostre più suggestive rispetto ad altre.

Al primo piano del porticato, nel loggiato ovest all’ombra di riproduzioni di giganti foglie di Coccoloba, un’esposizione di prodotti Brasiliani (sedie, poltrone lampade e altri elementi di arredo) curata da Bruno Simões ci ha riportato alle origini del salone del mobile quando si usciva per vedere prodotti e non per partecipare ad eventi e vivere esperienze sensoriali.

8. Loggiato Ovest Bruno Simões Apex

Disorientati da cotante emozioni, dopo una breve pausa pranzo, ci siamo diretti in zona Darsena per scoprire ll garage multipiano in Viale Gorizia progettato da Marco Zanuso nel 1938 che non avevamo mai visitato prima. Gli spazi sono molto affascinanti e all’interno abbiamo trovato diverse aziende molto interessanti tra le quali: TAMART del londinese Amos Goldreich il quale reinterpreta i prodotti dei suoi scomparsi genitori architetti modernisti e poliedrici, Tamar de Shalit e Arthur Goldreich; Adrenalina con la sua collezione in total white per Casa Museo Remo Brindisi; Pulkra che propone arredi essenziali in cemento e molte altre aziende interessanti. L’allestimento è stato curato dallo studio Park Associati i quali hanno utilizzato esclusivamente mattoni posati a secco di canapa termoisolanti e fonoassorbenti della Biomat. L’allestimento in questo modo non verrà smaltito in discarica dopo l’evento, ma riutilizzato per nuovi cantieri. Devo ammettere che la scoperta di questo innovativo materiale edile dalle innumerevoli caratteristiche ecologiche e bioclimatiche mi fa sperare nella possibilità di un futuro dell’edilizia davvero ecologico. Si lavora più o meno come un gasbeton, ma è completamente ecologico e i suoi scarti di lavorazione possono venire rimpastati per essere utilizzati nei massetti sempre realizzati in canapa. Inoltre, grazie alla loro origine vegetale, i prodotti dell’azienda garantiscono la salubrità del cantiere oltre che dell’ambiente che verrà costruito. Un gran contributo per l’edilizia e come studio ci siamo ripromessi di proporlo ai nostri futuri clienti per garantire ambienti più salubri ed altamente ecocompatibili.

9. Il Garage progettato da Marco Zanuso nel 1938

10. Mattoni di canapa della Biomat utilizzati per l’allestimento dallo studio Park Associati

Analoga concezione è stata messa in mostra da Carlo Ratti Associati e Italo Rota con Sunrice, la ricetta della felicità all’Orto Botanico di Brera (nostra prossima tappa). Anche in questo caso gli scarti del riso (pula, lolla e paglia di riso) vengono utilizzati per la costruzione di materiale edile completamente ecologico. Per il resto in Brera abbiamo faticato a trovare eventi interessanti. Per la maggior parte dei casi abbiamo aspettato per lungo tempo in chilometriche file per poi essere delusi dai contenuti visitati. Fanno eccezione Modulnova che ci ha piacevolmente stupiti per l’attenzione al dettaglio delle sue cucine e per l’ottimo rapporto qualità prezzo, e un interno dove abbiamo visto parecchie soluzioni per bagni dai materiali lapidei lavorati con estrema qualità. Il fatto che non citi aziende e/o designers vi fa capire lo stato di confusione dopo ore di fuori salone.

11. Carlo Ratti Associati e Italo Rota con Sunrice costruiscono strutture in lolla di riso nel giardino botanico di Brera

Stanco e poco lucido per la scorpacciata di immagini ed emozioni da metabolizzare ho dovuto far passare giorni per riflettere sul senso del Fuori Salone di quest’anno. Trovo che la manifestazione sia molto cambiata negli anni e che da evento di design si sia trasformata in evento multiculturale dove design, arte, politica e business si siano mescolati a tal punto da rendere complicata, oltre che la visita (troppi eventi, troppo affollati e troppe destinazioni) la ricerca del contributo del design stesso all’interno di ciò che vediamo. Quanto è comunicazione? quanto è innovazione? Quanto contano i budget delle aziende per la riuscita di un evento? Quanto conta la progettazione e il messaggio che c’è dietro? Quanto beneficio ne tra veramente Milano da questa kermesse? Tutte domande alle quali non so rispondere se non in maniera superficiale.

12. Le interminabili file e la fola nel quartiere di Brera

Tuttavia nonostante tutte le pecche, le storture e le aberrazioni (quanto costava affittare uno spazio espositivo o una camera d’albergo durante le giornate del salone del mobile?) di un evento che ha subito una metamorfosi (direi inevitabile) che l’ha trasformato a tal punto da renderlo irriconoscibile, trovo che abbia mantenuto alcune caratteristiche per cui valga sempre la pena porsi con un atteggiamento di curiosità e di scoperta nei confronti di questa manifestazione e di quello che gravita attorno ad essa: 1) La scoperta di alcuni luoghi di Milano (e provincia) che altrimenti frequenteremmo di rado per non dire mai; 2) la volontà di esporre nuove idee di credere che le cose possano migliorare e cambiare; 3) l’effettiva scoperta di nuove idee e nuovi talenti che emergono da uno scenario di mediocrità (normale per ciascun evento fieristico) ; 4) l’incontro, lo scambio di idee e la conoscenza di persone e aziende.

Show must go on direbbe qualcuno, ma siamo sicuri che il Salone del mobile e il Fuori Salone come concepiti attualmente  siano la maniera migliore per un design che abbia a cuore il nostro futuro?